Underwater drone – Bernardo Pacini

Avrei potuto essere quel drone di New Orleans
attraversare indenne la Hot Tub of Despair…

Sul fondo dei mari silenziosi
                                               fissare malinconico
a ritmo di crociera la sterminata vasca di gas e salamoia
miasmatico acquitrino di metano / nel braccio messicano
                                                                                  [dell’oceano
filmando carcami e filacci di pesci impazziti
stupende Palmanova di crostacei supine sugli scogli

Oui! Grande mer de délires douée
… dicono ci sia Uno che ha promesso di
                                                                        vincere la morte
fossi il drone di New Orleans ciò non mi importerebbe
potendo io per hobby organizzare un tour
nel fetido vascone di Santa Niña Blanca
guardando da lontano l’equorea agonia
delle cozze in ipossia
la strozza degli anellidi farcita di salsedine.

Oh, farmi un’idea precisa della morte
del tipo di stupore che si prova a starne fuori
pinneggiando controvoglia nell’attesa
di tornare in superficie a fare il morto

con le braccia larghe, a croce.


(da Fly mode, Amos edizioni, 2020)

*

Al viaggio ultraterreno di Dante – sapienza e visione di Dio raggiunta così, nella legge di ciò che viene dopo, nella ratio del Giudizio che si squaderna – si sostituisce il desiderio (si noti l’impianto condizionale-ipotetico di tutto il testo) di un POV macchinale: ecco, l’aspirazione faustiana dell’era tecnologica vuole la visuale dell’occhio meccanico, che è neutrale, e in quanto tale definitiva; un occhio che sappia «starne fuori», rispetto alla caducità e parzialità della vita organica (sopra la quale pende l’«ipossia», a evidenziarne la necessaria e facile consunzione), e così «vincere la morte». Ma, dato lo scarto insanabile tra organo e macchina, il drone di Pacini si inabissa proprio nell’impossibilità per l’uomo di farsi quest’«idea precisa»; s’inabissa, infatti, nelle citazioni eliotiane e valeryane, che ricacciano al largo della storia e della simbolica umana ciò a cui la coscienza può inerire. Il punto di vista della macchina rimane un desiderato incomprensibile e irraggiungibile; forma nuova, oggettificata e a minore, di un’idea del divino.

A.F.P.